Ho scoperto che stare sdraiata con le gambe appoggiate al muro è un metodo che aiuta a rilassare le gambe, ma riempie la testa di pensieri. Come se si annidassero nelle mie estremità. Affluiscono al mio cervello proprio adesso che mi ero struccata e lavata i denti con la ferma decisione di andare a letto. E dal momento che è un po' che non scrivo, ho deciso che era il momento giusto. Prima di tutto, non dovete pensare che l'assenza di quasi un mese da queste pagine sia equivalente a un periodo di tranquillità. Non ho avuto tanto tempo di pensare per colpa degli impegni universitari. O meglio sarebbe dire che non ho avuto il tempo di tradurre in parole quello che avevo in mente.
Però, ho pensato molto.
E oggi la riflessione che ho covato per ben un mese è stata messa a fuoco.
In tutto questo tempo mi sono chiesta perché è così difficile lasciare andare qualcuno e andare avanti. Non so se sia mai successo a voi, ma io sono capace di affezionarmi a qualcuno anche nello spazio di una chiacchierata. Ci sono persone che semplicemente mi piacciono, senza un reale motivo. Ma quando arriva il momento di andare, di partire, di chiudere non so mai come reagire. E nel più dei casi, dico che va bene così, che la vita continua o che non mi importa e che io non tengo al guinzaglio nessuno e tanto meno lo rincorro se decide di scappare.
E questo atteggiamento da l'idea di una ragazza che non si fa fermare da nessuno. Ed è così. Non mi lascio ostacolare dalle persone.
Però...
In realtà queste cose mi destabilizzano. Resto un po' incredula. E come ci sono momenti in cui non vedo dove abbia sbagliato e credo di essere nel giusto, ci sono anche quelli in cui credo di essere la ragione di tutti i mali del mondo.
Ma la cosa più sconcertante è che spesso mi sorprendo a guardare alle persone con cui non ho mai avuto un rapporto bilanciato, con nostalgia.
Sì, mi mancano. A volte mi sento come se avessi bisogno di quel rapporto, nonostante fosse sbagliato o non sano per la mia autostima. Perché in fondo a volte mi dico che sarebbe molto più facile se io mi fossi accontentata di una mezza amicizia o mezza relazione.
E allora mi chiedo perché è così difficile rimanere obiettivi e ricordarsi che quel legame era solo una presa in giro, nonostante avesse i suoi giorni di sole.
Siamo davvero così stupidi da lasciarci incatenare dai ricordi?
No forse non sono i ricordi che ci tengono incastrati in un perenne limbo. Più di tutto, forse sono i rimpianti. Crediamo che se avessimo cambiato qualcosa, o se fossimo stati zitti o se fossimo stati diversi avrebbe potuto andare diversamente. O forse sono le illusioni che ci restano e che a volte ci vengono offerte. Della serie "magari cambierà idea" oppure quando ti liquidano con "restiamo amici" e inevitabilmente quell' "amicizia" si riduce a scambiare quattro parole di cortesia per lenire il senso di imbarazzo di un'imprevisto tète-á-tète.
A volte credo che forse ci piace un po' sentire quella malinconia. Però io sono consapevole che non ti porta da nessuna parte ancorarti al passato. Se è passato vuol dire che non sarebbe potuto mai essere il futuro.
Ma quanto è difficile dimenticare le cicatrici e gli effetti collaterali.
Catene
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